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La notizia di questa sera arriva dal Michigan dove, le proposte introdotte questo mese vieterebbero la cosiddetta difesa antipanico LGBT.
La deputata statale Laurie Pohutsky sostiene un disegno di legge della Camera che vieterebbe di invocare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una vittima come giustificazione legale per commettere un crimine.
Il Livonia Democratico dice che è una risposta a crimini d’odio come l’omicidio di Matthew Shepard, dove gli avvocati della difesa hanno cercato di sostenere che fu Shepard a provocare i suoi assassini.
Carsten Andresen, professore associato di giustizia penale alla St. Edward’s University, afferma di aver seguito più di 300 casi a livello nazionale risalenti agli anni ’70 e che coinvolgono la difesa contro il panico LGBT, cioè quando l’imputato ‘afferma di aver agito in preda al panico per una presunta molestia da parte di una persona omosessuale’.
“Uno dei più grandi malintesi nel pubblico è che gli uomini gay o le donne trans abbiano in mente qualcosa di nefasto o che siano predatori. E questo è ciò che gioca fuori”. Così Andresen, la quale crede che più stati dovrebbero seguire l’esempio, anche se spesso gli avvocati usano l’omofobia o la transfobia in modo codificato che può essere difficile da legiferare.
I dati federali mostrano che le persone LGBT+ hanno più probabilità di essere aggredite rispetto a quelle etero o cisgender. Ma con la difesa dal panico, queste vittime saranno vittime di serie b, cioè non ci sarà l’aggravante dell’omofobia.
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