Le banche elvetiche dicono NO ai sostenitori del referendum contro il matrimonio egualitario

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Stasera non ci allontaniamo troppo dal nostro bel Paese, infatti, andiamo nella vicina Svizzera dove le banche hanno preso una decisione che ha attirato numerose critiche da parte della destra elvetica.

Un gruppo di forze politiche di destra e sostenitori del principio che il matrimonio debba essere consentito solo tra persone eterosessuali, ha avviato una raccolta firme (giunta a 50mila firme) per eliminare la riforma che consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, recentemente entrata in vigore, dall'ordinamento confederale.

Qui entrano in scena alcune banche che hanno deciso di negare l'apertura del conto corrente, per sostenere finanziariamente la campagna referenziale, agli oppositori del matrimonio egualitario. Questa decisione è stata presa, perché sarebbe stato in maniera del tutto indiretto, un sostegno a tale campagna referendaria e quindi ciò avrebbe arrecato gravi danni alla reputazione dei rispettivi marchi.

Dal canto suo, il comitato promotore ha denunciato il gruppo Raiffeisen per "discriminazione" e si son dovuti rivolgere a Postfinance, la banca legata alle poste confederali, che non poteva rifiutarsi di aprire il conto corrente per il principio della neutralità della pubblica amministrazione.

Questo episodio ci fa capire come alcune società imprenditoriali preferiscano andare davanti ad una corte, invece di appoggiare idee che porterebbero a fare solo un passo indietro alla società e un incremento della discriminazione nei confronti della comunità LGBT.

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