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La notizia di questa sera arriva dalla Cisgiordania dove, secondo l’editore di B’Sheva Yoni Rotenberg, il veicolo di una coppia di fidanzati è stata vandalizzata durante lo Shabbat mentre erano in visita dalla famiglia.
“Sono scioccato. Mio cognato e il suo compagno si trovavano in un ambiente religioso in Cisgiordania durante lo Shabbat. La mattina sono passati accanto alla loro auto e hanno visto che uno dei pneumatici era stato tagliato e sia i due coprimozzi sia gli adesivi arcobaleno erano stati rimossi. Apparentemente i vandali hanno capito che inseguire le persone LGBT+ annulla le regole dello Shabbat, e anche se ho delle posizioni conservatrici, questo sta attraversando una linea molto pericolosa”, così su Twitter Rotenberg. Una dichiarazione che ha portato molti ha condannare gli atti vandalici ma che nello stesso momento condannano i due ragazzi.
Bera’le Crombie, un pubblicista e stratega che ha lavorato con in vicesindaco di Gerusalemme Hagit Moshe, ha ridicolizzato le dichiarazioni di Rotenberg (una linea molto pericolosa) affermando che suo cognato non doveva assolutamente presentarsi con il suo partner in un ambiente religioso e non doveva parcheggiare l’auto con gli adesivi arcobaleno.
Un altro utente ha definito la visita della coppia come “ficcare il dito negli occhi delle persone”.
Purtroppo questo episodio, ovviamente omofobo, arriva una settimana dopo che un gruppo di ragazzi della comunità LGBT+ è stato violentemente attaccato da adolescenti nei pressi della stazione centrale degli autobus di Gerusalemme mentre si stavano recando a una conferenza sulle questioni transgender che si teneva a Tel Aviv.
La cosa che preoccupa gli attivisti è che in Israele nel 2020 ogni tre ore venivano segnalati episodi di omofobia, con ben 2.696 nuovi casi durante l’epidemia con un aumento del 27% rispetto al 2019, come è riportato da un rapporto annuale del Nir Katz Center of the Agudah.
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