Buongiorno miei cari lettori.
Stamattina girando per il web, nel cercare una notizia interessante, mi imbatto nell’articolo di Claudio Menna di vice.com in cui racconta un’interessante incontro fatto tra i vicoli della mia bella e amata Napoli.
Tutto ha inizio con Davide, educatore di strada per minori nel Rione Sanità, quartiere storico di circa 32.000 abitanti (costituita perlopiù da anziani e minori) racchiusi in 2kmq, che porta Claudio Menna nei suggestivi vicoli della zona.
Zona che un tempo era definita periferia, ma che oggi invece è origine di un interessante movimento culturale e artistico.
Come dimenticare il grande lavoro di Padre Antonio Loffredo che ha messo, negli ultimi quindici anni, le proprie forze nella tutela dei minori creando diversi centri di aggregazione e ponendo una piccola ma essenziale pezza alla piaga della dispersione scolastica, che ahimè, in queste zone è ad alti livelli. Alcuni punti importanti sono: la sagrestia della Basilica di Santa Maria alla Sanità che è diventata una palestra di boxe per i minori; oppure la NTS – Nuovo Teatro Sanità – che ha sede in una chiesa sconsacrata e dove i giovani possono dare sfogo alla loro arte creativa.
Proprio durante questo tour, Manna incontra il rapper Tony King che gli racconta di come la musica sia stata ed è importante per lui, e di come è passato da essere violinista in un’orchestra sinfonica ad un rapper molto amato.
“Diventare un cantante professionista oggi è molto più difficile, c’è tantissima concorrenza sul mercato e in più contano molto le etichette che ti producono. Alla trap ci sono arrivato con un background musicale un po’ insolito rispetto alla media, visto che per anni ho ascoltato moltissima musica classica, alternandola però a Michael Jackson, 2Pac, 50 Cent e tutti i mostri sacri della scena pop e hip hop mondiale. Ora ascolto molta trapa napoletana, particolare Nicola Siciliano, ma anche Enzo Dong o Emis Killa”.
Nel corso della passeggiata, Tony King si apre sempre di più e racconta la sua storia, quella che viene prima di Antonio.
Antonio è nato come Noemi, e sin da bambino quel suo corpo giovane ma femminile, quei vestiti che doveva indossare perché così la società ha aveva deciso, lo metteva in forte disagio, ma quel lungo e difficile percorso di accettazione che ha intrapreso insieme ai genitori, che oggi lo supportano in ogni cosa, ha fatto sì che Antonio sia sereno con se stesso.
Dal punto di vista professionale Tony King non si ferma e parla del suo ultimo pezzo “L’ammore è ammore”, brano sul quell’amore che troppe persone vogliono negare e che ha la presenza di Ciro Migliore nel videoclip.
“La storia di Ciro Migliore e Maria Paola Gaglione ha aperto in me una ferita profonda. Anche io avevo poco tempo fa una fidanzata a cui è stato vietato di vedermi quando la storia è diventata pubblica. Eravamo costretti ad incontrarci di nascosto, all’ombra dei portoni e nei vicoletti bui del quartiere. Ma quando la sua famiglia venne a conoscenza della relazione fui bandito totalmente dalla sua vita, in modo diverso, eppure in continuità rispetto a quanto accadde a Ciro. Per fortuna, non con lo stesso esito tragico. Ci tenevo a fare un pezzo contro l’omofobia, visto che troppo spesso nei testi dei rapper vengono lanciati messaggi omofobi e razzisti per il solo gusto di fare tendenza. Per fortuna però esistono anche diversi artisti sensibili al tema, come Mahmood, Ghali o Roshelle”.
Sono veramente contento di aver trovato questa storia e spero che dia una spinta, un po’ di coraggio in più a tutti coloro che lottano con se stessi e con il mondo intero.
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