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La notizia di questa sera arriva da New Delhi, dove un ragazzo di 16 anni si è tolto la vita gettandosi dal 56° piano lasciando una lettera toccante alla madre. Questa lettera così recita:
“Mamma, sei la migliore mamma su questo pianeta. Mi dispiace davvero di non poter essere più coraggioso. Questa scuola mi ha ucciso. Per favore trova un nuovo lavoro e ricorda di non smettere mai di fare arte. Sei un angelo e ho avuto la fortuna di averti in questa vita”.
La vittima era gay e dislessica, prima di compiere questo gesto estremo è successo un altro importante episodio. Durante un compito non riusciva a capire bene la domanda e aveva chiesto aiuta all’insegnante che, dal canto suo, ha rimproverato il ragazzo accusandolo di approfittare della sua malattia e che insieme a sua madre faceva solo capricci. La madre, che è anche lei insegnante nella stessa scuola, si è diverse volte lamentata con la direzione, ma suo figlio era entrato in un mood di depressione dovuto anche alle diverse molestie omofobe subite a scuola.
Però, nella sua classe c’è un altro ragazzo omosessuale e neurodivergente che ha deciso di scrivere qualcosa per far capire che non è facile rapportarsi con insegnanti.
“Ogni volta che parli con le autorità di bullismo e molestie, sei sottoposto a una lezione su come denunciare i bulli. Ti viene detto di registrare un reclamo ufficiale. Ti viene detto di fare una miriade di cose che potrebbero o meno portare un’azione contro il bullo. E molto spesso, non viene intrapresa alcuna azione. E se sei queer, o Dio non voglia neurodivergente e malato di mente, c’è poca o nessuna possibilità che il sistema i aiuti. Inoltre, non aiuta il fatto che le persone queer e neurodivergenti abbiano maggiori probabilità di prendere in considerazione e tentare il suicidio.
La cosa più terrificante non è che non possiamo fare niente. È il fatto che anche dopo aver fatto tutto, non cambia nulla.
Molte persone che supportano cause progressiste su Internet, dimenticano tutto non appena entrano nella vita reale. Anche ora, vedo come i miei compagni di classe supportano la comunità LGBT su Instagram ma usano insulti omofobici a scuola”.
L’autore è uno studente della St. Gregorios School, New Delhi
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