Buongiorno miei cari lettori e buon inizio settimana.
Questa mattina voglio parlarvi dell’importante discorso fatto da Papa Francesco, un discorso che è stato più un appello verso quei genitori che spesso, e a volte giustamente, condannano i propri figli per una ragazza, a quei genitori che hanno perso un figlio in un incidente. A questi dice: pregate e non spaventatevi.
Si rivolge a quei genitori, che scoprono che il figlio ha un orientamento sessuale che è diverso dalle loro attese, dicendo che non devono avere atteggiamenti di condanna. Un appello rivolto a tutte quelle mamme che piangono senza nascondersi per il dramma di avere un figlio in carcere.
L’appello fatto a quei genitori, a quelle mamme di figli omosessuali non è casuale. Papa Francesco ha spesso rivolto parole di apertura nei confronti delle unioni civili e dei diritti gay fin dal 2013 quando, sul volo di ritorno da Brasile chiese: “Se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo. Il problema per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli. Quando uno si trova perso così va aiutato, e si deve distinguere se è una persona per bene”.
Parole che ha portato diversi vescovi in tutto il mondo ad aprire le porte delle proprie parrocchie, sono nate pastorali dedicate alle persone omosessuali e molte mamme credenti con figli omosessuali hanno iniziato a sensibilizzare il tema all’interno della Chiesa stessa.
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