Mauro Coruzzi: "Non capisco perché i gay debbano essere per forza di sinistra e la necessità di fare outing"
Buongiorno miei cari lettori
Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ha rilasciato un’intervista su Libero dove ha dichiarato che “bisognerebbe interrogarsi non solo chi ha favorito l’applauso ma anche su chi ha favorito l’affossamento del ddl: il colpo mortale non è certo arrivato dalla destra…”
Alla domanda, “perché lei non ha mai fatto outing”, che potremmo definire sbagliata perché l’outing è quando qualcuno è forzato a dichiarare la propria omosessualità o si prende il lusso di asserire l’omosessualità di un’altra persona che fino a quel momento era rimasta “nascosta”. Comunque a questa domanda Coruzzi ha risposto:
“Non ne ho mai sentito il bisogno, nemmeno da giovane con la mia famiglia. Oggi invece fare outing sembra prioritario, c’è quasi la necessità di spiegare al mondo la propria identità. Io sono sempre cresciuto con l’idea che la cosa importante è comportarsi bene e agire all’interno della società, senza desiderare di imporre agli altri una visione del mondo. Poi io non capirò mai perché i gay debbano essere per forza di sinistra. Io ho beccato le lattine in faccia, anni fa, anche dai simpatici amici proletari della Festa dell’Unità”.
Ho preso queste due domande, perché le reputo importanti in questo momento storico, e devo mi trovo in parte d’accordo con le risposte date, mi spiego.
Per quanto riguarda l’affossamento del ddl è indubbio che la destra non avrebbe mai votato a favore, ma è indubbio anche che Italia Viva è stato quell’ago della bilancia che ha portato all’affossamento.
Invece riguardo all’outing, che ripeto è sbagliato chiamarlo così, le persone non si devono sentire costrette in qualche modo a farlo, ma quando lo si fa si riesce poi a vivere la propria sessualità e le proprie esperienze in modo diverso. Tutti abbiamo incontrato nella nostra vita una persona non dichiarata e si nota la preoccupazione, l’ansia di essere magari visti da un parente che abita in zona, da un amico e via dicendo. Quindi fare coming out è abbattere quei muri di oppressione che si ha intorno anche se spesso non è facile per le idee che hanno alcune famiglie.
360°NewsGay vi dà appuntamento a domani con nuove notizie provenienti dall’Italia e oggi pomeriggio con la rubrica dedicata alle associazioni lgbt regionali che operano sul nostro territorio.
Forse c'è semplicemente il desiderio di essere accettati come persone nel coming out.
RispondiEliminaCome persone, non come diversi, ma come persone con pari dignità.
Mio figlio fece coming out una sera,e quella sera pensai di sprofondare, e invece cominciavo a risalire.
Non so a che punto del percorso sono arrivato, so che continuerò a salire, e più saliro' più mi avvicinerò a mio figlio.
Quando leggo queste parole il mio Cuore esulta!!!!!
EliminaIo sono stato in un certo qual modo costretto da Mamma e Papà.... e da grande per giunta!!!
Non ne avevo mai avuto gran necessità fino al momento in cui Mamma inizio a subissarmi di domande sul mio non interesse a ricrearmi una compagnia femminile dopo la prima catastrofe!!!!.
Complimenti Lucio, sei un Grande!!!!.
Saluti.
Sicuramente è un modo per sentirsi accettati. Poi per quanto riguarda il suo percorso se lo farà con intelligenza e insieme a suo figlio, lo porterà lontano.
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