Mattie Tux Horton ha ottenuto l'asilo nel Maryland

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La notizia di questa sera arriva da Rockville dove Mattie Tux Horton, donna transgender dello Zimbabwe che vive a Rockville, grazie anche al supporto legale di Ankush Dhupar ha vinto la sua richiesta di asilo a fine ottobre, dopo aver vissuto negli Stati Uniti negli ultimi cinque anni.
Mi sento a mio agio, anche se stanno succedendo molte cose negli Stati Uniti ed è significativamente diverso rispetto a dove vengo io”.

Infatti, Mattie arriva dalla città di Bulawayo dove ha dovuto affrontare le costanti umiliazioni pubbliche, dove è stata licenziata da artista grafica a causa del suo abbigliamento e nel 2104 è stata aggredita, rapita e rilasciata nello stesso anno da un gruppo di uomini durante un viaggio in Sudafrica.
Questo episodio ha attirato l’attenzione dei media e del The Sunday News, giornale dello Zimbabwe, e nell’articolo si faceva decisamente confusione sul sesso della vittima. Ciò ha portato Mattie a richiedere un visto per gli Stati Uniti per poter partecipare a una conferenza stampa LGBT+. E in quel dicembre 2016 ha avviato la procedura di asilo perché altrimenti l’immigrazione del Maryland l’avrebbe rimandata a casa.

Durante la visita a un’amica a Los Angeles, si è collegata con Human Right First che l’ha indirizzata al Paul Hastings LLC, dove l’avvocato Dhupar si è offerto volontario per lavorare sul caso di asilo di Horton. 

Ho sempre fatto riferimento ai fatti del caso perché la legge è orientata ad aiutare situazioni come quella di Horton in cui qualcuno teme per la propria vita nel proprio paese d’origine. Questo caso è stato un ottimo esempio per cui esiste la procedura di asilo”, così Dhupar.

Mattie ha presentato una valutazione psicologica nel febbraio 2021 che avrebbe accelerato la sua richiesta di asilo e le avrebbe concesso un avviso di colloquio prima del solito. Questa attesa ha portato Mattie ad avere crolli psicologici e una forte depressione perché questa attesa era stenuante anche perché alcuni amici suoi non hanno aspettato cinque anni per un colloquio  ma pochi mesi.
Questa attesa, però, ha dato a Mattie e a Dhupar l’occasione di costruire un caso indiscutibile e infatti Mattie ha vinto la sua causa.

Mattie, che lavora part-time come membro del comitato direttivo presso il Black LGBTQIA+ Migrant Project-Transgender Law Center, ora ha in programma di trovarsi un lavoro stabile e costruire un marchio di trucco.

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