Il Liceo Cavour di Torino adotterà l'asterisco nelle comunicazioni

Buongiorno miei cari lettori.

Il Liceo Cavour di Torino ha preso l’importante provvedimento in merito a questioni di genere. Infatti, nelle comunicazioni ufficiali non utilizzerà più sostantivi o aggettivi connotati, ma l’asterisco, aderendo quindi a “Noi siamo pari”, un progetto del Miur che lavora sui temi dell’inclusione di genere.
Il regolamento di istituto ha stabilito che per tutte le comunicazioni interne, esterne, individuali o collettive dovranno essere utilizzate parole che non escludano né taglino fuori alcuna persona ed è stato scelto l’asterisco, che nel dibattito pubblico è una delle soluzioni prese in considerazione per combattere il linguaggio di genere insieme alla schwa. 

Certo, ne abbiamo parlato in Consiglio d’Istituto e gli studenti e le studentesse si sono detti perfettamente d’accordo. Vede, le generazioni che frequentano adesso le superiori sono molto più avanti. Sono sensibili al tema ed hanno risposto in modo estremamente positivo. Noi abbiamo semplicemente formalizzato in un regolamento quello che vivono nella quotidianità. Questioni come queste sono vissute in modo problematico dagli adulti, non dai giovani”. Queste le dichiarazioni del preside.

Immediata è la reazione di Matteo Salvini che su Twitter ha scritto: “Un conto è il rispetto, altro conto è una folle corsa verso il niente. Basta”. 

Altre perplessità arrivano anche dal sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso, che reputa l’abolizione dei termini “studenti” e “studentesse” una decisione strampalata e da cui esce un meccanismo incomprensibile. Ritiene comunque di dare massimo rispetto per tutti quegli studenti che hanno deciso di affrontare una transizione e che hanno tutti i diritti di usufruire degli strumenti che garantiscono loro benessere psicofisico ed inclusione. Ma per il sottosegretario prendere questa decisione è come lasciare la scuola nelle mani di ideologie oltranziste che vorrebbero imporre l’arbitrio ed il capriccio del singolo come regole del vivere comune, tacciando di intolleranza ed omofobia chiunque la pensi diversamente.

La vicenda non è rimasta indifferente nemmeno alla parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, secondo la quale “esiste un modo per non discriminare che non storpia l’italiano. In questo la scuola dovrebbe dare l’esempio, non cedere a provvedimenti ideologici che, peraltro, anziché difendere l’identità di ognuno, la annientano”. La deputata ha deciso di scrivere al ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi per un approfondimento sulla decisione del liceo.
 
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