SUDAFRICA: Non si placa la scia di sangue omofoba

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SUDAFRICA: La polizia sudafricana sta indagando sull’omicidio di Lonwabo Jack, morte che si aggiunge alle altre tre vittime di omicidio LGBT in meno di un mese.
Secondo la Lesbian Alliance of South Africa (GLASA), il corpo del 22enne è stato trovato Domenica 18 Aprile, a Mau Mau Nyanga East, in una pozza di sangue e con evidenti ferite da taglio.

Lonwabo era un bravo ragazzo, era sempre circondato dai suoi amici ed amava il divertimento e i bei momenti. Era un ragazzo tranquillo e non diceva quel che faceva perché sapeva gestirlo, proprio come un uomo. Tuttavia, quando ci ha detto che era stato violentato, sapevamo come suoi genitori che dovevamo prendere posizione. Avere un figlio gay ci ha insegnato una lezione preziosa”. Queste le parole di Mzwabantu, il padre della vittima.

Questo omicidio arriva dopo che diverse comunità LGBT del paese avevano protestato sotto la sede del Parlamento, chiedendo un’azione importante contro l’aumento del tasso di crimini a sfondo omofobo. Infatti, meno di una settimana fa è stato trovato a Vanderbijlpark il corpo di Nathaniel Mbele con pugnalate al petto. Poco prima quello mutilato di Andile “Lulu” Ntuthela, preceduto da Sphamandla Khoza, trentaquattrenne pugnalato, picchiato e sgozzato, il cui corpo è stato rinvenuto a Durban.Il portavoce del gruppo Ilitha Labantu per i diritti delle donne e la violenza di genere Siyabulela Monkali, così dichiara:

Esortiamo i membri della comunità a lavorare insieme per aiutare a sradicare questo flagello di violenza e discriminazione. Dobbiamo costruire una comunità che sia tollerante e che accetti la diversità delle persone e che non discrimini nessuno in base alla loro sessualità”.

In conclusione, i sostenitori chiedono al governo di attuare la legge B9 del 2018, sulla prevenzione ai crimini ispirati dall’odio e sull’incitamento all’odio.

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